Descrizione
“Lo spettacolo che si è offerto ai miei occhi, io non so descriverlo: strade sconvolte, terreni spogliati e messi a soqquadro, case abbattute o irrimediabilmente colpite. Carri armati fuori combattimento, armi, munizioni e morti disseminati un po’ dappertutto”: con queste parole, scritte il 15 aprile 1945 al Prefetto di Lucca, l’allora primo cittadino di Pietrasanta Giovanni Battista Cancogni raccontava come trovò il paese di Strettoia subito dopo la fuga dei tedeschi, risalente a pochi giorni prima. Parole che lo storico locale Ezio Marcucci, con la voce a tratti rotta dall’emozione, ha riproposto alla cittadinanza che in gran numero si è riunita in piazza Don Oscar Perich per le celebrazioni organizzate dall’amministrazione comunale nel 79° anniversario della Liberazione.
Alla presenza di autorità civili, militari e religiose, assessori e consiglieri comunali, di alcuni contradaioli della Cervia e delle associazioni combattentistiche e d’arma, dopo l’esecuzione dell’inno di Mameli è stata deposta una corona d’alloro al monumento che, nella piazza, ricorda i caduti in guerra e le vittime civili. Quindi la benedizione del parroco di Strettoia, Don Roberto Buratti e il saluto alla comunità del sindaco Alberto Stefano Giovannetti: “Oggi è una giornata di festa, per tutta l’Italia – ha sottolineato – ma non è solo un momento di pausa dagli impegni scolastici o di lavoro; è un’occasione in più per ricordare di tenerci stretti i valori di libertà, fratellanza e solidarietà. Un tempo, anche in questa nostra splendida terra furono calpestati dalla violenza dei nazifascisti. Ancora oggi, purtroppo, lo sono in tante altre parti del mondo. Per questo la vostra presenza qui, oggi, mi dà una gioia ancora più grande e un altrettanto forte sentimento di gratitudine che voglio trasmettervi: perché è solo con l’impegno e la partecipazione di tutti noi che la memoria degli errori fatti e dei sacrifici compiuti, in passato, non andrà dispersa e servirà da guida per il futuro. Viva l’Italia, viva il 25 aprile, viva Strettoia”.
Il ricordo di quei giorni, affidato alla lettura di Marcucci, si è concluso con un passaggio che si lega direttamente al presente: “Verrà forse un giorno in cui – così chiudeva il suo scritto, Cancogni – ci sarà concesso di rallegrarci della libertà conquistata a così caro prezzo ma la gioia non potrà scendere nei nostri cuori se non avremo la certezza di aver compiuto, in questo momento tragico, tutto il nostro dovere”.
La cerimonia principale, che quest’anno l’amministrazione ha voluto celebrare nella frazione più popolosa del Comune, liberata 8 mesi dopo rispetto a Pietrasanta, è stata preceduta dalla deposizione di un omaggio floreale in piazza Statuto, al monumento in onore dei caduti nella Prima e nella Seconda guerra mondiale, al Soldato Alleato lungo viale Apua e al cippo che custodisce la memoria delle vittime sulla Linea Gotica.
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Ultimo aggiornamento: 15 novembre 2024, 12:52