Contrada La Cervia

Contrada La Cervia

Ultima modifica 27 marzo 2024

La leggenda

Nel 1386 in un atto di vendita di parte del Lago di Porta ad Alderigo di Franceschino Interminelli si trovano citati, fra gli altri beni, “un podere con corte murata e quattro case da contadini in luogo detto alla Cugina”. Porta Beltrame (o Salto della Cervia) e la Cugina costituiscono col Frasso l’antico territorio della contrada.

Ancora il Santini ci conferma come già nel 1377, a Porta Beltrame si trovasse edificato l’oratorio di S. Maria di Porta. Nel 1395 i lucchesi e i fiorentini, finalmente alleatisi, per salvarsi “dalle infeste Compagnie di ventura” fortificarono il luogo, su progetto di Donato Benti, fu dotato di una torre di difesa. I fiorentini ricostruirono anche la chiesetta.

L’ultima testimonianza del tempio – una scultura – è ancora oggi conservata sotto il portificato della Chiesa della SS. Annunziata di Seravezza. Data l’importanza militare del “passo”, i fiorentini vi realizzarono in seguito altre fortificazioni i cui resti (Torre Medicea) sono tutt’ora visibili e, volendo, restaurabili, a lato dell’Aurelia, al confine fra le province di Lucca e Massa.

Fra leggenda e realtà

Nell’antico tabernacolo di Santa Maria di Porta trovò rifugio, si dice, una cerva inseguita da un cacciatore.
L’uomo l’aveva presa di mira pronunciando parole irrispettose verso l’immagine sacra. Fu allora che avvenne il prodigio.
La cerva, con agile slancio, riuscì a salvarsi risalendo a gran salti il monte vicino, lasciando per l’erta rupe le orme delle sue zampe, che restarono per lungo tempo visibili sulla roccia.


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